influencer marketing

[:it]Oggi si sente spesso parlare di “influenziataori” e “Influencer marketing”.

 

Ma che cos’è è esattamente l’ influencer marketing?

 

Una volta si chiamava “passaparola”: io compravo uno shampoo, lo provavo, mi lasciava i capelli liscissimi e setati. Poi ci vedevamo per un caffè e tu mi dicevi “Wao Roberta! I tuoi capelli son bellissimi oggi, ma sei stata dalla parrucchiera?” – “No cara amica, ho provato il nuovo shampoo di Tizio & Cayo” – “Wao, fantastico, e dove l’hai comprato?” – “Al negozio di bellezza sotto casa mia” – “Ah perfetto, vado subito a comprarlo….”.

Questo era, una volta, l’influencer marketing.

Oggi il concetto è rimasto totalmente invariato, ma è subentrata la tecnologia. Questo fa sì che a vedere i miei capelli setati non sia unicamente la mia amica con cui vado a prendermi il caffè e le mie colleghe in ufficio, ma milioni e milioni di persone.

Grazie ai social media, il numero di opinion leader ed esperti settoriali è aumentato (e continua d aumentare) tantissimo. Bloggers, Youtubers, utenti Twitter, pagine Facebook: esercitano una vera e propria influenza sulle persone e sulle decisioni dei consumatori attraverso la condivisione di messaggi (come articoli, status, foto, video etc.) con la propria audience.

 

E qui, sia inluenziatori che aziende hanno visto il business 😉

 

Cosa succederebbe se parlassi del mio shampoo a tutta la mia audience? Quante persone, tra di voi, troveranno utile lo shampoo che lascia i capelli setati come se foste appena uscite dal parrucchiere?

Non so voi uomini, ma per noi donne sarebbe favoloso! (Specie per chi, come me, è costretto a lavarsi i capelli tutti i giorni onde evitare di apparire come una friggitrice di patatine!) 😛

 

Influencer marketing: un caso pratico.

 

Come alcuni di voi sanno, da quattro anni ho un blog di viaggi dedicato interamente alla Colombia. Il blog è nato con l’obiettivo di cambiare l’immagine della Colombia e dei colombiani in Italia e invitare le persone a viaggiare a questo bellissimo Paese.

In questi quattro anni ho avuto modo di collaborare con diverse imprese che lavorano nel settore turistico per promozionale le loro attività

Una di queste è un piccolo tour operator locale che si trova nella parte nord dell’Amazzonia, in un regione che fino a 10 anni fa era famosa per le coltivazioni di coca, la massiccia produzione della droga e le Farc. Dopo anni di guerra interna, oggi grazie agli accordi di pace, il sole è tornato a risplendere, e chi ha la fortuna di andare a visitarlo potrà godere di paesaggi amazzonici spettacolari, gente molto ospitale e una terra dove il turismo di massa ancora non è arrivato.

Il problema è che nella Lonely Planet c’è scritto di non andare a visitare questa regione perché alcune parti – specie nella selva – la sicurezza è molto bassa, rischiando sequestri se non le penne!

Seppur in alcune parti della regione si debba chiedere il “permesso” alla comunità locale per accedere (alias: forze rivoluzionare tipo Farc), la parte turistica dove questo tour operator fa capo e organizza tours, è assolutamente tranquilla e sicura, molto più sicura di tante altre città del Paese super turistiche come Cartagena.

Durante 5 giorni sono stata invitata dal tour operator per conoscere la zona, riportare le mie esperienze sulle reti sociali e sul blog e trasmettere all’universo (o quanto meno alla mia nicchia di followers) ciò che vivevo.

Il successo è stato grandissimo!

Loro non avevano mai visto un solo turista italiano nella zona, e dopo il mio viaggio, che è stato a Settembre, diverse persone italiane sono arrivate qui. Queste stesse persone, a loro volta, hanno parlato positivamente della loro esperienza nel Guaviare e hanno mandato amici e amici di amici qui.

Nei gruppi facebook di viaggiatori i commenti dei viaggiatori stimolano i dubbiosi a visitare l’Amazonia colombiana, creando anche il “desiderio” in altri utenti.

Capite il potere dell’influencer marketing?

Muovere persone. Questo è in parole povere l’influencer marketing.

 

Abbiamo quindi visto come funziona questo tipo di promozione, vediamo ora invece come lavorare con gli influencer marketers da un punto di vista aziendale.

 

Innanzitutto chiariamo: chiunque può diventare influencer, ma non tutti gli influencer possono o son capaci di collaborare con successo con un’azienda o brand.

Per questo da un punto di vista aziendale è fondamentale conoscere il target e la nicchia dell’influencer con cui si collabora. Inutile collaborare con chi ha mille mila followers se non sono nel nostro target. Potrebbe portarci più vendite e visibilità un influente con “pochi” followers ma molto settorializzati.

Mi spiego meglio: se sono un rivenditore di pezzi di auto d’epoca, e decido di collaborare con Chiara Ferragni, difficilmente sarà utile in termini di vendite e acquisizione clienti. Probabilmente mi darebbe visibilità (la Ferragni vanta ad oggi più di 16 milioni di followers in Instagram! ), ma quante di queste persone saranno interessate ai ricambi di auto d’epoca, considerando tra l’altro che la Ferragni è una fashion blogger?

In “return of investment” (ovvero: a conti fatti quello che vendo dopo aver pagato un influencer), avrò sicuramente molto più successo, come impresa, promozionandomi con Alessandro di @vintagecarsitaly (www.targhenere.it). che vanta quasi 11 mila followers in Instagram.

 

Secondo la recente letteratura sul tema dell’influencer marketing, si identificano tre principali “tipologie” di influenziatori:

 

1. Identified

a cui appartengono coloro che si sentono appieno identificati con il brand (nel caso mio con Colombia per esempio) e giocano un ruolo fondamentale per l’azienda dato che i suoi seguaci condividono visioni e stile di vita con l’influcencer. Appartengono a questa fascia:

  • Celebrity, considerati dei VIP, godono di ampia esposizione e generano azioni immediate, Sono appassionati, autorevoli e indipendenti. E’ questo il caso della Ferragni.
  • Advocate: sono coloro che amano scrivere recensioni e commentare in ogni gruppo.
  • Altruistic activators, considerati imparziali  e proprio per questo affidabili.

 

2. Engaged

vale a dire il numero di influencer con cui si è già instaurato un livello iniziale di interazione, dalla condivisione di contenuti sui social al following/like. Questo tipo di coinvolgimento rappresenta il primo, sostanziale passo per la costruzione di una relazione stabile e duratura ed è strettamente connessa alla pertinenza dei contenuti pubblicati e promossi da un’azienda e dalla propria capacità attrattiva, oltre che alla notorietà del marchio e del suo potere evocativo.

 

3. Active

sono gli influencer direttamente coinvolti nei programmi di influencer marketing e che collaborano attivamente con brand e aziende per promuoverne prodotti o servizi, ne condividono la vision e ne sposano le cause, diventando, di fatto, dei veri ambassador.

 

 

E’ importante definire bene gli obiettivi di comunicazione aziendali per decidere come investire i propri soldi in influencer marketing. Per questo è importante conoscere bene la persona con chi si lavora, quello che fa (ha solo un profilo Instagram o ha anche un blog?), il suo pubblico e i suoi numeri.

 

Oggi la maggior parte delle aziende preferisce lavorare con i cosiddetti “micro-influencer”. Si tratta di utenti comuni,  con community relativamente piccole e che non hanno certo performance numericamente paragonabili a quelle di vip o influencer di lungo corso, ma che hanno invece dalla loro una grande capacità di coinvolgere attivamente la fanbase e farsi ambasciatori del prodotto, del servizio o del brand. Insomma, è come la compagna di classe matta che convinceva tutti a non entrare il giorno dello sciopero per andare a fare festa al mare!

 

 

Abbiamo quindi visto quanto questa “nuova” tecnica di marketing possa avere dei vantaggi enormi per un’azienda così come per gli utenti e gli influcencer.

 

Tecnicamente tutti ci possiamo convertire in influencer, ma ricordatevi: solo i duri riescono a farcela!

Ovvero: lavorate bene sulla vostra comunità, la vostra nicchia e curate i dettagli del vostro lavoro. Ricordatevi che l’impresa vuole vedere la pagnotta che gli ritorna indietro triplicata, e se non siete capaci di muovere la vostra piccola massa, difficilmente avrete vita lunga come influcencer! 😉

 

 

 

 

 

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